Migranti, ordine pubblico, assunzioni, risorse e formazione: Pietro Colapietro parla a tutto tondo.

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"Il ministro dell'Interno Piantedosi ha detto che dobbiamo fare attenzione alla strumentalizzazione della paura ed evitare che sia un avvitamento della protesta. Sono d'accordo. Ma serve una consequenzialità a queste parole, a partire dall'immigrazione". Pietro Colapietro è il nuovo segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil, eletto lo scorso 21 settembre. Con Huffpost commenta le prime parole e mosse del nuovo governo in tema di sicurezza, partendo dalla lotta alle Ong che salvano i migranti, per arrivare agli scontri tra studenti e polizia all'Università de La Sapienza. Secondo Piantedosi il governo ha subito parlato dell'importanza della sicurezza, "ma ora non servono più slogan, è necessario fare nuove assunzioni, dare stipendi più adeguati e pensare alla formazione dei nuovi poliziotti". 

 

Dottor Colapietro, il ministro dell'Interno Piantedosi ha detto che l'obiettivo è "non avere navi che trasportano migranti". Eppure la Guardia Costiera continua a effettuare importanti salvataggi di persone in mare: solo ieri insieme alla Guardia di Finanza ha salvato 1200 persone. Le Ong contro cui il governo ha iniziato la guerra invece a bordo hanno molti meno migranti. Ecco, quanto del discorso di Salvini e Piantedosi è propaganda e quanto è realtà?

"La politica dei blocchi già praticata in passato ha solo acuito i problemi, mentre non ne ha risolto nessuno. È una ipotesi che non rappresenta la soluzione. Noi non siamo abituati a respingere le persone, siamo un popolo che accoglie, certo poi bisogna coniugare questo con il bisogno dello Stato di garantire la sicurezza. Il punto è che impedire a queste navi l'attracco ai porti risponde ad un bisogno di sicurezza che non è quello reale. Bisogna coniugare il diritto alla sicurezza reale e lesigenza alla solidarietà. Altrimenti diventa tutto un proclama, una necessità di rasserenare e di creare allarme sociale, che non va al cuore del problema. Troppe volte si confonde la propaganda con la realtà. Io vedo uomini e donne della Guardia Costiera che quotidianamente si impegnano per garantire la sicurezza dei cittadini. E si impegnano a salvare le vite. Abbiamo bisogno di interventi strutturali che diano sicurezza reale, vadano oltre la percezione”.

 

ll 2 novembre prossimo scade il memorandum Italia-Libia. Secondo lei serve a qualcosa rinnovarlo? Che cosa bisogna fare concretamente per i migranti, come ha detto lei, per unire sicurezza e solidarietà”?

"Oggi più che mai c’è bisogno di più Europa per affrontare quella che oggi non si può più chiamare emergenza immigrazione. È un problema molto più vasto e lEuropa deve essere centrale rispetto a questo fenomeno. Bisogno di sicurezza, accoglienza e integrazione vanno uniti, perché altrimenti ci prestiamo a interventi che non vanno della direzione giusta. Io parlo dellintervento dellEuropa perché bisogna pensare di intervenire non creando prigioni in Libia, non creando sacchi di disumanità, parlando a tutti i livelli con quei popoli. Cercando di risolvere il problema a monte. Ci sarà sempre chi è più povero, chi ha fame. Non c'è blocco navale che tenga. LItalia non può fare da sé: se agisse da sola farebbe un errore gravissimo politicamente. Andrebbe ad agire in modo autunomo, isolato, e il risultato non sarebbe completo".

 

Parliamo di ordine pubblico e dei fatti accaduti all'Università de "La Sapienza". La polizia che è intervenuta durante la manifestazione antifascista e ci sono stati scontri tra gli agenti in tenuta antisommossa e gli studenti. Piantedosi ha detto che la polizia ha evitato un assalto”. Secondo lei c’è stato eccesso di zelo da parte della polizia? 

"Io credo in primo luogo che bisogna sempre garantire a tutti i diritto di esprimersi, di tenere assemblee. Bisogna garantire questo principio. Le lavoratrici e i lavoratori che si occupano di ordine pubblico si sobbarcano quotidianamente questo servizio con grande sacrificio e dedizione. E sono più formati rispetto al passato, ma questa formazione non è ancora sufficiente. Serve più formazione. Il capo della polizia Giannini proprio ieri ha detto che noi siamo deputati a garantire il diritto della manifestazione, ma nel rispetto nella legge. Dobbiamo evitare che si esacerbino situazioni di questo tipo. Dobbiamo dare sicurezza reale, ma anche garanzia del dissenso e bisogna farlo partendo dalla prevenzione da qualunque livello. La politica si deve impegnare in questo. Bisogna lavorare per buttare acqua e mai benzina sul fuoco. Alla Sapienza si è fatta una valutazione nellimmediato di un intervento che non bisogna per forza portare sul terreno dellesasperazione. Si è valutato che la situazione potesse degenerare e chi aveva responsabilità di comando ha preso la sua decisione. Ma è una valutazione circoscritta a quel momento e a quella circostanza. Comunque per evitare qualsiasi cortocircuito occorre puntare su prevenzione e mediazione".

 

Il governo si è appena appena insediato e Giorgia Meloni ha parlato subito molto di sicurezza e di polizia. Nel suo discorso alla Camera ha sottolineato che il centrodestra si impegnerà per "rendere la Nazione più sicura". Lei ha risposto che sono slogan, proclami. E che servono nuove assunzioni. Che cosa serve alla polizia e che cosa pensa che farà questo nuovo governo?

"È necessario, a mio parere, entrare nelle tematiche reali, entrare nei bisogni di coloro che la sicurezza reale la garantiscono: i lavoratori e le lavoratrici di polizia. Bisogna parlare di nuove assunzioni, che sono necessarie. E qui nasce il problema della formazione, delle scuole, degli spazi dove poter formare poliziotti. Perché sono stati venduti gli stabili che ospitavano molte scuole di polizia, quindi ora si riaffittano, ma bisogna cerca spazi demaniali per poter garantire laccesso alle scuole a quanti più allievi possibile. Sono problemi strutturali che bisogna risolvere. Noi vogliamo che vengano compiuti atti che seguano le parole, che vadano nella direzione di una sicurezza reale e non una sicurezza che punta a rasserenare e che si presta ad interventi, come decreti legge, dove non c’è discussione tra le parti, non ci si parla".

 

Lei ha anche parlato di pattuglie miste coi militari che non servono per la sicurezza reale, ma solo per quella percepita. Che cosa intende?

"Loperazione "Strade sicure" (operazione di sostegno alla pubblica sicurezza avviata in Italia nel 2008 dal quarto governo Berlusconi che consiste nell'utilizzo del personale delle forze armate italiane nel contrasto alla criminalità - ndr) punta a rasserenare, ma non lascia nessuna soluzione reale. Abbiamo bisogno di volanti, di pattuglie che garantiscano la prevenzione. I militari, al netto della loro professionalità, non lasciano nulla di strutturato a livello di sicurezza. I costi per garantire le strade sicure sono esosi. Le stesse risorse potrebbero essere impiegate ad esempio per pagare in modo più consono i poliziotti. Non è possibile che le ore di lavoro straordinario spesso siano molto superiori a quelle di lavoro ordinario, e che il lavoro venga mal pagato, che il poliziotto abbia una riduzione della propria vita sociale e affettiva".

 

Il centrodestra da tempo parla - e lo ha fatto anche in campagna elettorale - di un grave problema di sicurezza generalizzato a tutte le città italiane. In particolare in campagna elettorale si è parlato tanto di Milano. Quale è la verità? Negli ultimi anni è effettivamente aumentato questo problema?

"Quando i reati diminuiscono, al netto delle denunce non fatte, significa che lapparato tutto sommato funziona. Ovvio che poi dobbiamo stare attenti al ragionamento a cui ci prestiamo. Oggi senza dubbio nelle città c'è una domanda forte di sicurezza, ma non va alimentata una paura per poi pensare di intervenire con leggi, restrizioni, che intervengono nel sociale, creando disuguaglianza, originando ancora più problemi. Il problema di sicurezza c’è, ma i bisogno di sicurezza reale non è tale da portare alla militarizzazione delle città".

 

È un po' quello che ha detto anche Piantedosi alla cerimonia inaugurale dellanno accademico della Scuola Superiore di Polizia di oggi. "Se cresce la paura e aumenta la richiesta di sicurezza dobbiamo fare attenzione alla strumentalizzazione della paura ed evitare che sia un avvitamento della protesta, di cui abbiamo già qualche primo segnale. Occorre equilibrio e moderazione" ha affermato. Che cosa pensa di queste parole?

"È ciò che dico io, ma poi bisogna essere consequenziali, a partire dallimmigrazione. Invece non sta accadendo questo. Lui predica la moderazione, l'equilibrio e infatti bisogna andare nella direzione di non alimentare le paure. Chiunque le alimenti si deve assumere una responsabilità enorme verso il diritto reale a vivere sicuri. Vivere sicuri è un diritto, ma attenzione a non prestarsi a scelte securitarie. Noi guardiamo al nuovo governo senza pregiudizi. Però è tempo di non rimanere solo al proclama, ma di dare poi direttive, produrre atti che vadano nella direzione del fare".

 

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