di Pietro Colapietro (*)

Il confronto tra governo e parti sociali registra una fase di stallo perché ad oggi non si comprende con quali risorse si intendano finanziare tutta una serie di interventi promessi e sbandierati. Per quel che ci riguarda, ad esempio, sono state annunciate 6.000 (seimila!) assunzioni nel 2023 a fronte dei circa 4.000 pensionamenti previsti. Sarebbe una inversione di tendenza importante, quasi miracolosa. Ma molto poco probabile. Non solo per la pubblicazione dei bandi di concorso e per lo svolgimento dei corsi di formazione (siamo ormai quasi a maggio), ma in primis per quello che ha detto la Corte dei Conti nei giorni scorsi che ha certificato, al momento, l'assenza di risorse per la pubblica amministrazione, dichiarando che "non sono stati forniti elementi su come il governo intenda procedere per rimanere all’interno del quadro delle compatibilità di bilancio". Vale per il nostro settore e per la pubblica amministrazione in generale, per la scuola e la sanità. Le ragioni della nostra mobilitazione restano forti. Il gioco delle 3 carte che abbiamo già denunciato con le assunzioni straordinarie che tali non sono rischia di diventare, con la storia dei 6.000 nuovi agenti previsti nel 2023, una presa in giro di proporzioni colossali. Non lo permetteremo.

(*) Segretario Generale Silp Cgil

Pubblicato su iPol n. 463 del 21 aprile 2023

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