Nel precedente rinnovo furono otto, oggi sono invece sette i miliardi destinati ai contratti del pubblico impiego, da dividere nei settori essenziali: sicurezza, sanità e difesa compresi. Quanto rimarra esattamente per la sicurezza? E per le assunzioni? La posizione del Silp Cgil nell'inchiesta di Huffington Post.

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HUFFINGTON POST, SILP CGIL IN EVIDENZA

"Si deve mantenere alta l'attenzione, anche per il rischio di emulazione e di possibili azioni di lupi solitari, difficili da prevedere", ha dichiarato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, riferendosi al rischio attentati in Italia, dopo l'aggressione di Hamas a Israele. Il Viminale è in moto da giorni per scongiurarli. Sono state fatte riunioni nelle prefetture, rafforzati i presidi di sicurezza, stilate liste di obiettivi sensibili. Che non sono pochi. "Il nostro sistema di prevenzione è molto capace di contrastare i rischi, questo è un elemento di rassicurazione. Non abbiamo elementi di minaccia concreta", ha aggiunto il titolare del Viminale. In questa catena di soggetti che tengono in mano la sicurezza del Paese in un momento così delicato c'è, però, un anello - suo malgrado - più fragile. È quello che riguarda l'organico di chi, all'interno della Polizia avrà un ruolo di primo piano per contribuire a minimizzare il pericolo terrorismo. Stando ai numeri che circolano tra i sindacati di Polizia, manca all'appello quasi la metà degli ispettori previsti dalle norme. Si tratta di un deficit di almeno 10mila unità, a voler essere prudenti. E negli anni prossimi, a causa dei pensionamenti, la situazione è destinata a peggiorare. Ciò costituisce un problema non da poco, secondo le sigle sindacali: "L'ispettore è una figura intermedia, che fa le indagini, connette le funzioni, consente il raccordo con i superiori. Se manca è un problema. Occorre trovare soluzioni radicali e indifferibili, per ora non solo non ci sono assunzioni straordinarie ma non riusciamo neanche a coprire il turn over", dice ad HuffPost Pietro Colapietro, segretario Silp Cgil. A sentire il governo, sembra che la soluzione sia dietro l'angolo: "In manovra ci saranno stanziamenti significativi per il rinnovo del contratto delle forze di polizia. C'è stata una chiara indicazione della premier oggi in cdm, in cima alla lista c'è il comparto sicurezza e difesa. È un giusto e doveroso riconoscimento a chi fa questo lavoro, con la crisi migratoria e quella internazionale in atto", ha dichiarato ancora Piantedosi, riferendosi alle parole di Giorgia Meloni. "Per noi la priorità è il rinnovo del contratto del comparto sicurezza", ha dichiarato la presidente del Consiglio in conferenza stampa dopo l'approvazione della manovra. Sono parole che dovrebbero confortare gli addetti ai lavori, perché dimostrano una certa attenzione sul tema, ma invece così non è. A preoccupare, in particolare, è la mancanza di chiarezza sulle cifre. Sette sono i miliardi destinati al rinnovo dei contratti del pubblico impiego, da dividere nei settori essenziali: sicurezza, sanità e difesa compresi. Quanto rimarra esattamente per la sicurezza? Chi lo sa. La coperta è corta e fare le spartizioni non è semplice. L'esecutivo ha però promesso un Consiglio dei ministri dedicato solo alle forze dell'ordine ai primi di novembre: "Ma a manovra già scritta, che senso avrà?", si chiedono i sindacati, che da tempo hanno chiesto un incontro al governo, per manifestare preoccupazioni che non riguardano solo la carenza di personale: "Abbiamo il problema delle pensioni, della mobilità. Ma anche quello della formazione, che si traduce nella difficoltà a istruire i nuovi agenti. Promettono risorse? Ci devono dire quanto, quando e come si riuscirà a formare le nuove leve, a meno che qualcuno non pensi che si possa sacrificare la formazione a scapito della qualità", attacca Colapietro. I dubbi, insomma, sovrastano le promesse. E sebbene qualche sindacato di uomini in divisa cerchi di essere più morbido col governo, c'è chi teme che quelli di oggi siano solo proclami e nulla più. Intanto, nei prossimi giorni si prevedono nuove manifestazioni di piazza. Ai cortei dell'opposizione si aggiungono quelli dei gruppi a favore della Palestina. Questi ultimi in altri Paesi sono stati vietati. In Italia, invece, la linea è diversa: "Preferiamo gestire fenomeni come quelli delle manifestazioni fin tanto che riteniamo di saperli gestire", ha dichiarato Piantedosi. Vietare i cortei a prescindere - oltre a suscitare qualche dubbio tra i costituzionalisti - potrebbe essere controproducente per l'ordine pubblico. Il governo ha mostrato di averlo ben compreso.

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