Pierre Bourdieu (sociologo francese) scriveva ”la forza dell’ordine maschile si misura dal fatto che non deve giustificarsi: la visione androcentrica si impone in quanto neutra e non ha bisogno di enunciarsi in discorsi miranti a legittimarla”.

La storia delle donne in Polizia è una narrazione che risale agli anni ‘50. È nel 1959 infatti che nasce il Corpo di Polizia Femminile quale conseguenza diretta della Legge 75/1958 più nota come Legge Merlin. Le donne sostanzialmente entrano in quello che era il Corpo di Guardie di Pubblica Sicurezza per le donne, in una visione esclusivamente assistenziale del ruolo.
La domanda che ci poniamo oggi è quella di capire se e quanto siamo ancora legate a quel presupposto di assunzione: ci è permesso lavorare nella Polizia di Stato, perché? Perché ‘le cose da donne’ possono gestirsele solo le donne? E non è una questione da poco vista da una prospettiva sindacale rispetto ad esempio ai tassi di impiego in taluni uffici visti tipicamente come un ‘qualcosa di troppo’ per una donna. Perché pensiamo che sicuramente sarà madre, sicuramente dovrà occuparsi della casa, sicuramente sarà meno predisposta ad orari che poco permettono la conciliazione con il lavoro di cura?
E questa lettura ‘naturale’ della realtà socio-lavorativa riguarda entrambi i generi, perché il processo di legittimazione è insito nelle cose laddove la visione ‘androcentrica’ appare elemento costitutivo di un ordine intoccabile e sacro. Ponendoci con questo paradigma non solo condanniamo le donne ad accedere solo ad alcuni spazi, possibilità, immaginari. Condanniamo anche gli uomini a non concedersi l’emotività, i luoghi familiari, il benessere relazionale di cui hanno bisogno.
La dicotomia dell’uomo lavoratore e della donna casalinga ci insegue negli uffici, in ogni ambito lavorativo e sociale anche quando la donna lavora ed è l’uomo nella cura, togliendo ad entrambi la possibilità di esprimersi, di essere se stessi, di godere di quel benessere psicofisico essenziale al lavoro di polizia.
La volontà di permanere in questa visione del lavoro in divisa, ovvero nel maschile assoluto, danneggia lavoratrici e lavoratori.

L’impegno continuo per il Silp Cgil è quello di favorire un cambiamento culturale radicale che attraversi la categoria ma che inevitabilmente e trasversalmente investa la società tutta.
Le pari opportunità in una istituzione democratica che deve garantire la Sicurezza Pubblica devono rappresentare elemento fondante di un concetto di Sicurezza esteso, che riconosca le varietà e si svincoli da ordini costituiti.

Garantire la Sicurezza non è solo roba da ‘maschi’.
Abitare spazi sicuri non è solo roba da ‘femmine’.

#lottosempre
#giornatainternazionaledelledonne
#8marzo2024

VI Congresso Nazionale Silp CGIL
Speciale 20 anni SILP CGIL
Convenzioni SILP
SILP Telegram
Questo sito utilizza cookie per le proprie funzionalità. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca questo link. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.