Scajola:Silp,riflettere su scorte ma non colpire solo agenti

(ANSA) - ROMA, 16 MAG - "Qualora venissero accertati abusi
nei servizi di scorta, come nel caso dell'ex ministro Scajola,
non si possono colpire i soli anelli deboli della catena quali i
semplici agenti, esistendo organismi deputati sia al controllo
che alla concessione di simili tutele". Lo sostiene Daniele
Tissone, segretario del sindacato di polizia Silp-Cgil.
"Polemiche come quelle di questi giorni - secondo Tissone -
non aiutano una riflessione pacata e oggettiva sul delicato tema
delle scorte, essendo, la materia, afferente alle responsabilita'
dei centri che stabiliscono se assegnare o meno detta tutela a
fronte delle forze dell'ordine che, disciplinatamente, assumono
tali servizi".
"In un Paese ad alta densita' criminale come il nostro -
prosegue il segretario del Silp - polemiche come quelle di
questi giorni non debbono, in alcun modo, mettere in discussione
le strategie di contrasto alla criminalita' organizzata che
prevedono livelli di tutela per coloro che si trovano in prima
linea nella lotta al crimine e al malaffare e a cui va tutta la
nostra riconoscenza ed il nostro incondizionato sostegno".
(ANSA).

 
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16-MAG-14 17:05 NNNN
Sicurezza, Silp_Cgil: Riflettere su criteri concessione scorte
E accertare eventuali abusi

Roma, 16 mag. (TMNews) - Le polemiche di questi giorni in
"materia di scorte, non possono prescindere dalle valutazioni
espresse attraverso i protocolli che riguardano le modalità in
base alle quali vengono concessi i servizi di tutela alle persone
destinatarie di tutela". Lo afferma il segretario cazionale del
Silp-Cgil Daniele Tissone. "Ogni responsabilità, qualora
venissero accertati abusi come nel caso dell'ex ministro Scajola
- aggiunge Tissone - non possono colpire i soli anelli deboli
della catena, quali i semplici agenti di scorta, esistendo
organismi deputati sia al controllo che alla concessione di
simili tutele".

Per il Silp-Cgil, prosegue Tissone, "ogni singola polemica come
quelle di questi giorni, non aiuta una riflessione pacata e
oggettiva sul delicato tema delle scorte essendo, la materia,
afferente alle responsabilità dei centri che stabiliscono se
assegnare o meno detta tutela a fronte delle forze dell'ordine
che, disciplinatamente, assumono tali servizi".

In un Paese ad "alta densità criminale" come il nostro, conclude
Tissone, polemiche come quelle di questi giorni, non debbono, in
alcun modo, mettere in nessun modo in discussione le strategie di
contrasto alla criminalità organizzata che prevedono livelli di
tutela per coloro che si trovano "in prima linea nella lotta al
crimine e al malaffare e a cui va tutta la nostra riconoscenza ed
il nostro incondizionato sostegno"

Red/Nes

 
161655 mag 14
CASO SCAJOLA: SILP-CGIL, RESPONSABILITA' SCORTE NON RICADA SOLO SU AGENTI =

Roma, 16 mag. (Adnkronos) - Per il segretario generale del
Silp-Cgil Daniele Tissone, "le polemiche di questi giorni in materia
di scorte, non possono prescindere dalle valutazioni espresse
attraverso i protocolli che riguardano le modalita' in base alle quali
vengono concessi i servizi di tutela alle persone destinatarie di
tutela". A giudizio di Tissone, "ogni responsabilita', qualora
venissero accertati abusi come nel caso dell'ex ministro Scajola'',
non puo' ''colpire i soli anelli deboli della catena quali i semplici
agenti di scorta esistendo organismi deputati sia al controllo che
alla concessione di simili tutele''.

Per il Silp-Cgil "ogni singola polemica come quelle di questi
giorni, non aiuta una riflessione pacata e oggettiva sul delicato tema
delle scorte essendo, la materia, afferente alle responsabilita' dei
centri che stabiliscono se assegnare o meno detta tutela a fronte
delle forze dell'ordine che, disciplinatamente, assumono tali
servizi".

In un paese ad "alta densita' criminale come il nostro -
conclude Tissone - polemiche come quelle di questi giorni, non
debbono, in alcun modo, mettere in discussione le strategie di
contrasto alla criminalita' organizzata che prevedono livelli di
tutela per coloro che si trovano in prima linea nella lotta al crimine
e al malaffare e a cui va tutta la nostra riconoscenza ed il nostro
incondizionato sostegno".

(Sin/Col/Adnkronos)
16-MAG-14 17:51

 
 

Sicurezza, Silp_Cgil: Riflettere su criteri concessione scorte

Roma, 16 mag. (TMNews) - Le polemiche di questi giorni in "materia di scorte, non possono prescindere dalle valutazioni espresse attraverso i protocolli che riguardano le modalità in base alle quali vengono concessi i servizi di tutela alle persone destinatarie di tutela". Lo afferma il segretario cazionale del Silp-Cgil Daniele Tissone. "Ogni responsabilità, qualora venissero accertati abusi come nel caso dell'ex ministro Scajola - aggiunge Tissone - non possono colpire i soli anelli deboli della catena, quali i semplici agenti di scorta, esistendo organismi deputati sia al controllo che alla concessione di simili tutele".

Per il Silp-Cgil, prosegue Tissone, "ogni singola polemica come quelle di questi giorni, non aiuta una riflessione pacata e oggettiva sul delicato tema delle scorte essendo, la materia, afferente alle responsabilità dei centri che stabiliscono se assegnare o meno detta tutela a fronte delle forze dell'ordine che, disciplinatamente, assumono tali servizi".

In un Paese ad "alta densità criminale" come il nostro, conclude Tissone, polemiche come quelle di questi giorni, non debbono, in alcun modo, mettere in nessun modo in discussione le strategie di contrasto alla criminalità organizzata che prevedono livelli di tutela per coloro che si trovano "in prima linea nella lotta al crimine e al malaffare e a cui va tutta la nostra riconoscenza ed il nostro incondizionato sostegno"

  https://it.notizie.yahoo.com/sicurezza-silp-cgil-riflettere-su-criteri-concessione-scorte-145717819.html

 
Il Silp difende l'anello debole. Non vengano colpiti solo i nostri colleghi. (fonte: Il Quotidiano della Calabria)
 
Silp-Cgil: "Nei casi di abusi nel servizio scorta non si può colpire l'anello debole come gli agenti!" (Fonte: Sanremo news)
"Polemiche come quelle di questi giorni - secondo Tissone - non aiutano una riflessione pacata e oggettiva sul delicato tema delle scorte, essendo, la materia, afferente alle responsabilità dei centri che stabiliscono se assegnare o meno detta tutela a fronte delle forze dell'ordine che, disciplinatamente, assumono tali servizi".
"Qualora venissero accertati abusi nei servizi di scorta, come nel caso dell'ex ministro Scajola, non si possono colpire i soli anelli deboli della catena quali i semplici agenti, esistendo organismi deputati sia al controllo che alla concessione di simili tutele". Lo sostiene Daniele Tissone, segretario del sindacato di polizia Silp-Cgil.
"Polemiche come quelle di questi giorni - secondo Tissone - non aiutano una riflessione pacata e oggettiva sul delicato tema delle scorte, essendo, la materia, afferente alle responsabilità dei centri che stabiliscono se assegnare o meno detta tutela a fronte delle forze dell'ordine che, disciplinatamente, assumono tali servizi. In un Paese ad alta densita' criminale come il nostro - prosegue il segretario del Silp - polemiche come quelle di questi giorni non debbono, in alcun modo, mettere in discussione le strategie di contrasto alla criminalità organizzata che prevedono livelli di tutela per coloro che si trovano in prima linea nella lotta al crimine e al malaffare e a cui va tutta la nostra riconoscenza ed il nostro incondizionato sostegno".

 http://www.sanremonews.it/2014/05/16/leggi-notizia/argomenti/cronaca/articolo/silp-cgil-nei-casi-di-abusi-nel-servizio-scorta-non-si-puo-colpire-lanello-debole-come-gli-agent.html

 
 

Scajola: Daniele Tissone, segretario del sindacato di polizia Silp-Cgil: «Non si possono colpire i soli anelli deboli della catena».(Fonte Libero.it)

Scajola sentito per sette ore: verbale segretato

Il legale dell'ex ministro: "È sereno. Non gli è stato contestato alcun nuovo capo d'accusa"

 

Milano - È durato quasi sette ore l'interrogatorio dell'ex ministro Claudio Scajola nel carcere romano di Regina Coeli.

L'ex ministro, che per i pm antimafia di Reggio Calabria sarebbe al centro della presunta spectre affaristico-mafiosa per il favoreggiamento della latitanza dell'ex deputato Amedeo Matacena assieme agli altri indagati eccellenti coinvolti nell'inchiesta «Breakfast», dallo stesso Matacena alla moglie Chiara Rizzo (che verrà estradata in Italia solo la prossima settimana), dalla sorella dell'ex ministro Maria Teresa Scajola ai figli di Amintore Fanfani, Giorgio e Cecilia. Al sostituto procuratore nazionale antimafia Francesco Curcio e al pm della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, che stanno coordinando l'inchiesta e che hanno chiesto di secretare l'interrogatorio, l'ex ministro avrebbe risposto a tutte le domande e chiarito i fatti che gli sono stati addebitati. Al Giornale uno dei suoi avvocati, Giorgio Perroni, spiega che «Scajola è sereno, la famiglia è con lui. Aspettava con ansia di poter spiegare tutto, i pm ci hanno consentito di svolgere l'interrogatorio in un clima sereno» ma nega la voce che si sia parlato dei dossier sequestrati nelle perquisizioni dei giorni scorsi: «Ma quali dossier?». L'altro legale, Elisabetta Busuito, spara a zero su alcune indiscrezioni di stampa che vorrebbero l'ex titolare al Viminale indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, lo stesso reato di cui sono accusati Matacena e l'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri. Si tratta di un capo di imputazione che in gergo tecnico si definisce «fluido» ma che difficilmente arriverà a processo, come conferma Perroni: «Nessun nuovo reato è stato contestato nei confronti dell'onorevole Scajola durante l'interrogatorio reso oggi dallo stesso ai magistrati». I due avvocati starebbero presentando anche un ricorso contro l'arresto: «Ma non possiamo aggiungere altro».

Adesso l'obiettivo dei pm è ottenere dal Riesame l'aggravante della «mafiosità» del presunto sodalizio, bocciata dal gip: ecco perché l'inchiesta potrebbe allargarsi ad alcuni personaggi politici già coinvolti in passato in alcune inchieste di 'ndrangheta e presenti nelle carte raccolte nel filone principale dell'inchiesta, dove si collegano i boss calabresi ad alcuni colletti bianchi milanesi e a esponenti politici di centrodestra.

In serata si smonta invece la bufala dell collegamento tra l'arresto di due poliziotti a Napoli, considerati vicini ai Casalesi, il filone milanese di Expo e il ruolo dell'ex ministro dell'Interno. Uno dei due agenti finiti ai domiciliari, che lavorava presso la presidenza del Consiglio, sarebbe in contatto con molti politici, ai quali forniva informazioni riservate. Ma non sarebbe lui la talpa che ha avrebbe fornito notizie agli indagati di Expo né tantomeno alla presunta lobby cui danno la caccia i pm antimafia di Reggio. Ma sui presunti abusi degli agenti della scorta di Scajola, su cui indagano la Questura di Imperia e il Viminale, torna

http://www.ilgiornale.it/news/interni/scajola-sentito-sette-ore-verbale-segretatolinchiesta-1019740.html

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