Riordino, ultimo appello per il Dipartimento

di Daniele Tissone

Per chi, come noi, ha una storia sindacale unica, che si innesca nel solco di una tradizione confederale come quella della Cgil, i termini "trattativa", "tavolo di lavoro" e "piattaforma sindacale" hanno un significato molto importante. Dopo una lunga battaglia con il Governo Renzi e, in quota parte, con l'attuale Esecutivo Gentiloni, siamo riusciti ad ottenere risorse fino a qualche tempo fa impensabili -complessivamente 977 milioni di euro - che sono previste dalla Riforma Madia e dalla delega. Risorse stanziate dall'ultima legge di stabilità che sono appostate espressamente per la revisione dei ruoli e delle qualifiche. Questa è la buona notizia che smentisce due anni di falsità e menzogne portate avanti da sindacati pseudo autonomi che hanno giocato allo sfascio e che, soprattutto, nulla di positivo hanno portato al dibattito e al percorso per una Polizia di Stato più moderna, più efficiente e più attenta alle necessità delle lavoratrici e dei lavoratori in divisa. Questa premessa è d'obbligo per spiegare il messaggio forte e chiaro che deve arrivare al Dipartimento della pubblica sicurezza da parte del Silp Cgil a poche ore da un incontro dove discuteremo ufficialmente di una bozza di riordino, quella che già circola tra tutti i colleghi, che non possiamo che ritenere inaccettabile. Le molteplici bozze preparate e propalate sono frutto dell'esito delle riunioni al tavolo interforze e non hanno carattere negoziale. Come Silp Cgil in primis e anche come Cartello non abbiamo mai formulato un giudizio positivo sulle bozze proposte e, anzi, abbiamo sempre cercato di migliorarle, mentre c'era chi stava seduto sul bordo del fiume giocando allo sfascio. Le risorse che abbiamo ottenuto - lo ribadiamo - sono importanti e frutto di una battaglia seria, ma non possono essere considerate sufficienti al fine dell'ottenimento di una vera e completa riforma dei ruoli e delle qualifiche. Quella che abbiamo oggi è una semplice riparametrazione che non risolve le questioni del passato né scioglie i nodi del presente.Soprattutto, questo è il punto dolens, anche l'ultima bozza di riforma non recepisce le migliorie positive che avevamo chiesto e questo ci costringe, a meno che dalla riunione al Viminale non emergano clamorose novità, a scelte di lotta e contrasto nei confronti di questo provvedimento. Sono tanti gli aspetti che non ci soddisfano. Abbiamo elaborato un accurato dossier che presenteremo ai vertici del Dipartimento. C'e' ancora tempo per un ripensamento, per portare a casa un "riordino" che magari non sarà il massimo, ma che non può essere certamente il papocchio finora presentato. Tornando all'incipit, quello che chiediamo è un tavolo serio, una trattativa reale per discutere proposte e piattaforme nel merito. Diamoci tempi stretti, ok. Ma diamoci soprattutto un metodo. Perché le rappresentanze sindacali non sono un optional, ma esprimono il diritto - dovere dei poliziotti a decidere il proprio presente e soprattutto il proprio futuro. Lanciamo la sfida al Dipartimento e soprattutto alla parte politica. Il Silp Cgil e la Cgil hanno un solo interesse: quello delle lavoratrici e dei lavoratori della Polizia di Stato.


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