Un nuovo governo rappresenta - da un lato -, sempre e comunque, una opportunità per cercare di risolvere gli annosi problemi del Paese tra sfide recenti e cancri atavici. L’esecutivo targato Giuseppe Conte, sostenuto da Movimento 5 Stelle e Lega, è ormai una realtà. Così come è realtà il nuovo ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Dall'altro lato, siamo consapevoli dei non pochi problemi che attendono risposte concrete sul versante della legalità e della sicurezza, ad iniziare dalla lotta ad un crimine organizzato sempre più pervasivamente attestatosi sia territorialmente che finanziariamente e la cui azione grava, pericolosamente, sullo sviluppo e sulla integrità dell’intero Paese, in un costante muta-forma sempre più di matrice corruttiva che permea politica e amministrazioni.

Anche il tema delle migrazioni ha riflessi specifici sulle politiche della sicurezza, basti pensare al 'caporalato' e alla necessità di contrastare il vergognoso sfruttamento di esseri umani tra i più poveri del nostro mondo. Confidiamo che siffatte priorità, con un occhio attento verso gli scenari geopolitici mondiali, siano attentamente analizzate e comprese, fornendoci quelle soluzioni che attendiamo da tempo e magari abbandonando quei toni da campagna elettorale che poco si conciliano con chi, forte di poteri decisionali, ha responsabilità di governo. Di certo il voler rispolverare tendenze alla 'devolution' - maniera che poco hanno offerto sul piano della concretezza e dell’efficienza, qualora paragonate a modelli che, sebbene perfettibili, hanno finora sempre funzionato, rappresenta un atteggiamento che ha poche novità rispetto al passato soprattutto per chi intende rivoluzionare, in meglio, l’esistente.

Attenderemo comunque ogni possibile sviluppo con grande serenità. Sul versante interno ci aspettiamo quindi maggiori risorse per le assunzioni e per il nuovo contratto - magari sedendoci fin d’ora al tavolo dell’ormai prossimo rinnovo, la cui parte normativa attendiamo tutt'ora di poter definire al meglio -, una difesa delle nostre pensioni e un rilancio del tema della previdenza complementare, oltre a migliorie sostanziali per ciò che concerne la riforma dei ruoli e delle qualifiche; al contrario di ciò che avvenne nel 2010 quando il governo del centro-destra bloccò il turn-over, il tetto salariale e gli stipendi delle donne e degli uomini in divisa. Questo solo per citare le questioni più rilevanti e urgenti, senza dimenticare i temi della chiusura dei presidi e degli uffici, della formazione e dei diritti degli operatori.

Abbiamo, credo, sempre dimostrato di saper valutare nel merito ogni provvedimento, senza fare sconti a chicchessia e sarà ciò che faremo, a partire da domani, vigilando su ogni singolo provvedimento o azione di governo nell'interesse di chi rappresentiamo e dell’intera collettività. Perché a noi preme, essenzialmente, sia la tutela della gente in divisa che la sicurezza reale della cittadinanza, in particolare dei più deboli, che hanno meno mezzi a disposizione per potersi difendere

Daniele Tissone - Segretario Generale SILP CGIL

(da Silp Cgil Magazine - giugno 2018)

 

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