Fiducia in Salvini da parte operatori ma ora uomini e donne in divisa attendono fatti
(Silp Cgil): riordino carriere, contratto banco di prova

Roma, 18 set. (askanews) - La fiducia e le aspettative tra le donne e gli uomini in divisa dopo gli annunci fatti dal ministro dell'Interno Matteo Salvini è ancora altissima. Come l'attesa di vedere il concretarsi di alcune promesse fatte dal titolare del Viminale. Dalle nuove assunzioni, ai correttivi per il riordino delle carriere fino alle risorse da destinare al contratto dei poliziotti. Lo conferma il segretario nazionale del Silp Cgil, Daniele Tissone, un sindacato che certo non si può definire vicino alle idee del ministro e leader della Lega: "Da quando Salvini è stato eletto - dice Tissone interpellato da Askanews - posso confermare che tra le 'divise' si è notevolmente accresciuto il senso di aspettativa, il motivo è che sono stati molti i proclami in favore delle forze dell'ordine ad iniziare dalla campagna elettorale, gli umori sono pertanto questi: 'Vedrai che Salvini risolverà tutti i nostri problemi'". Tissone va dritto al problema: il tema delle risorse è il vero tema. Sia in termini di un miglioramento della sicurezza del Paese sia sul versante del miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle donne e degli uomini in divisa. "Se Salvini sarà capace di assumere almeno 10.000 unità di personale nei prossimi tre anni - osserva Tissone - ciò significherà far lavorare meno e meglio gli attuali operatori che, con una media anagrafica di ormai 50 anni di età essendo privati del turn - over, devono lavorare di più e in condizioni peggiori". Elevare gli organici con nuovi giovani significa, peraltro, poter mandare su strada più personale migliorando gli standard di sicurezza delle persone in particolare nei centri urbani che 'soffrono' anche di quel senso di 'insicurezza percepita' che è spesso figlio delle campagne, anche mediatiche, basate sulla paura. 'Risolvere il problema degli organici, cosa che va fatta presto e bene senza pensare a modificare, in pejus, eventuali limiti di età per il collocamento in pensione delle forze di Polizia - continua Tissone - potrebbe essere la strada per non chiudere molti dei presidi di Polizia che sono oggi a rischio proprio perché la Polizia è sotto di 7mila unità in organico rispetto al Dl Madia che la vorrebbe con 106.000 uomini. (Oggi siamo 98.000) Dare riposta a questo sarebbe già un primo passo ma, ad oggi, siamo ancora ai proclami". E' tuttavia sul versante del riordino e del contratto che si gioca la prima importante partita dell'esecutivo e del neo ministro Salvini. "Dare ai poliziotti ciò che gli spetta significa reperire risorse economiche tali da ricompensare le carriere di chi, da troppi anni, attende un riordino vero. Salvini che aveva criticato - come del resto abbiamo fatto noi del Silp Cgil -, l'attuale riordino ha adesso la possibilità di far vedere alla categoria quale sia il suo reale impegno in favore degli operatori della sicurezza". 
Quindi anche il contratto costituirà il banco di prova per questo governo. "L'esecutivo avrebbe già potuto convocarci al tavolo del rinnovo che scadrà tra soli 3 mesi (ricordo che abbiamo aperta ancora la fase normativa e ordinamentale del passato contratto) per cui - sottolinea l'esponente sindacale - ci aspettiamo di poterci sedere al tavolo con risorse adeguate per la categoria. Ma quando avverrà tutto ciò? Non abbiamo ancora input in tal senso". "Sulla formazione, aspetto per il Silp Cgil strategico, non abbiamo segnali che facciano pensare ad un investimento su questo importante versante, speriamo si colga presto l'occasione per discuterne". "Sulle politiche della sicurezza abbiamo espresso il nostro scetticismo in relazione ad un possibile aumento dei carichi di lavoro del nostro personale quando abbiamo letto nel testo del Dl Sicurezza del coinvolgimento delle forze dell'ordine sul versante degli sgomberi. Anche qui si perpetua la volontà di incentrare il baricentro delle politiche sociali - come peraltro in tema di flussi migratori -, sulle sole forze di Polizia. È una politica sbagliata - afferma Tissone - che fa distogliere il personale dalle attività di controllo del territorio e investigativo dirottando migliaia di uomini in piazza e nei centri. Vogliamo questo? Mi sembra che poco sia cambiato rispetto al passato salvo le maggiori aspettative del personale che è sempre più sottoposto a continui disagi si pensi a Genova dove centinaia di operatori delle forze dell'ordine, dalla polizia locale alla Stradale, sono quotidianamente sottoposti a stress e a turni massacranti per la viabilità, anche qui che la politica dia un segno tangibile risolvendo i problemi dei cittadini ma facendo presto oltre che bene". "Serve investire su progetti che riguardino la vivibilità urbana sia delle grandi che delle piccole città, le politiche della sicurezza si realizzano con una 'presenza vera' del personale snellendo burocrazia e immettendo nuove leve. Come abbiamo sempre detto: meno armi tra i cittadini e più forze di Polizia su strada questo per rispondere alle nuove leggi sul possesso delle armi. Anche in tema di legittima difesa, se consideriamo l'esposizione mediatica che al tema viene inevitabilmente data, ci preoccupa una 'difesa sempre legittima' perché oltre a non essere praticabile non porterà alcun giovamento anzi, creerà solamente molti problemi in più anche e soprattutto ai cittadini stessi".
Nes 20180918T152024Z

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