Per l'ennesima volta ci ritroviamo a scrivere sull’annosa e non più rinviabile questione degli inaccettabili ritardi nel pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario rese dal personale della Polizia di Stato oltre il monte ore assegnato agli Uffici/Reparti, ovvero oltre le canoniche 55 ore pro capite, a decorrere dal lontano mese di aprile 2017: condizione che interessa operatori di tutti gli Uffici di Polizia e, in particolare, quelli appartenenti ai Reparti Mobili, Reparti Prevenzione Crimine, Squadre Cinofile, Nuclei Artificieri, Uffici Scorte e Squadre Mobili.

Cambiano i Governi, si rinnovano le roboanti promesse di attenzione alla categoria dei Poliziotti ma sul versante del pagamento tempestivo della prestazioni di lavoro straordinario ancora non si vede traccia!

Certo non possiamo attendere la prossima legge di bilancio – i cui effetti andranno in vigore con l’anno nuovo – per vedere corrispondere quanto dovuto ai colleghi...

Semmai l’auspicio è che il prossimo provvedimento finanziario preveda anche uno specifico stanziamento – strutturale – in tal senso.

Così da dire basta a una situazione ormai non più sostenibile, in cui il cronico posticipo delle rimunerazioni, che dovrebbe rappresentare l’eccezione, ahinoi – a causa anche delle risicate risorse economiche di cui dispone il Dipartimento della P.S. – ha assunto per i nostri governati le sembianze della “normalità, destinando agli operatori di Polizia i dovuti emolumenti a “a singhiozzo”, accumulando a oggi un ritardo di oltre 17 mesi sia per lo straordinario sia per il trattamento di missione.

Non è tollerabile che a un operatore di Polizia da una parte lo si obblighi – per legge – aprestare attività lavorativa oltre l’orario ordinario di servizio, senza possibilità di esimersi, dall’altra non si provveda mensilmente al pagamento di quanto dovuto.

Non va sottaciuto come tale vicenda rischia di minare la serenità, anche economica, di chi èchiamato ad operare giorno e notte per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica dei cittadini, oggi più di ieri, atteso il particolare momento in cui l’Italia si trova, dove allerta terrorismo e emergenza immigrazione comportano un impiego straordinario di donne e uomini in divisa.

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