Diceva il filosofo e matematico Blaise Pascal che non è certo che tutto sia incerto. Un gioco di parole, una tautologia, che ben rappresenta la situazione dei poliziotti italiani in questo delicato momento storico, politico ed economico del nostro Paese, sospesi tra l'aspettativa di magnifiche sorti e progressive per quel che riguarda le tante promesse fatte in campagna elettorale e ribadite a ogni piè sospinto e una evidenza fattuale non in linea con i proclami e i desiderata della stessa classe politica di governo. La legge di bilancio in discussione, le bozze che circolano, le possibili modifiche ancora realizzabili sono il paradigma migliore o peggiore che dir si voglia di questa incertezza che permetterà a chiunque, sino a fine anno, quando la manovra sarà realtà nel bene o nel male, di dire tutto e il contrario di tutto.

Pensiamo al CONTRATTO di lavoro. Come sappiamo, è in scadenza a fine anno. I partiti che sostengono il governo Conte hanno sempre ribadito la necessità di migliori condizioni economiche per i poliziotti e la volontà di dare un segno tangibile in tempi ragionevoli. Il tempo, come si suol dire, è qui e ora. L'ultima bozza di legge di bilancio prevede 1 miliardo e 100 milioni nel 2019 per il rinnovo dei contratti di tutto il pubblico impiego, destinati a diventare un miliardo e 775 milioni nel 2021. Una cifra ben lontana dai circa 3 miliardi stanziati nel 2018 dal precedente esecutivo che hanno garantito un aumento medio di 85 euro con l'ultimo contratto al pubblico impiego e che per i poliziotti hanno portato ad incrementi in busta paga di 100 euro netti, comprensivi della stabilizzazione del cosiddetto "bonus Renzi" di 80 euro che abbiamo percepito per 3 anni e degli incrementi parametrali collegati al Riordino. Oggi con le risorse stanziate dal governo si arriverebbe forse, conti alla mano, a 30 euro lordi di aumento nel 2019 che potrebbero diventare 50 euro lordi negli anni a venire. Insomma, parliamo di 15, 20 euro netti in tasca. 

Non dimentichiamo poi la questione delle ASSUNZIONI. Ad oggi, secondo l'ultima bozza relativa alla legge di bilancio, la previsione di assunzioni ricalca assolutamente in buona parte quella già prevista e finanziata dal vecchio governo. Sarebbero 10.000 i nuovi agenti (annunciati) nel triennio 2019-2021. Ma 7.400 erano già stati previsti nella precedente legge di bilancio mentre ad oggi non abbiamo certezza delle 2.500 nuove assunzioni che dovrebbero aggiungersi, senza contare che il turn-over è attualmente fermo all’anno 2016. Intanto, la via dello scorrimento delle graduatorie del vecchio concorso per 1.148 Allievi Agenti è rimasta bloccata fino ad oggi e solo grazie alle nostre pressioni si inizia, forse, a vedere un pò di luce. Dovrebbero infatti presto essere finalmente chiamati i rimanenti 450 idonei che avevano riportato il punteggio alla prova scritta pari a 9,625 e che era stati inizialmente esclusi. Il DPCM 24 ottobre 2018 prevede infatti questa possibilità, anche se il decreto deve essere ancora registrato. La chiamata di questi 450 ragazzi, che sarà possibile grazie appunto alla registrazione del DPCM, porrebbe le auspicate condizioni per uno scorrimento più ampio che dovrà riguardare il maggior numero possibile di candidati. Ma siamo ancora in una fase di grande incertezza.

In merito all’attuale RIORDINO, infine, abbiamo in più di una occasione dichiarato che non ci soddisfava in quanto tardivo, parziale quindi iniquo. Adesso, oltre ai siffatti problemi, che hanno messo in luce come la revisione dei ruoli abbia penalizzato, in particolare, la base oltre a tutte le altre qualifiche intermedie, assistiamo ai gravi ritardi connessi con lo svolgimento delle procedure concorsuali che aggraveranno, ulteriormente, l’impianto complessivo di un riordino che andava e va decisamente corretto anche se, per fare ciò, i tempi impressi dall’attuale esecutivo saranno inevitabilmente lunghi. Paradigma ne è, se vogliamo fare anche un solo significativo esempio, l’attuale condizione dei Commissari r.e. che, oltre a non aver ottenuto ragionevoli aumenti economici, sono stati sacrificati al perenne e continuo svolgimento della conduzione dei servizi di O.P.
Senza contare che il loro definitivo demansionamento avverrà, presumibilmente, con l’imminente  emanazione delle nuove piante organiche connesse ai posti funzione. Definitiva pietra tombale di un progetto che doveva riparare alla mancata istituzione dell’allora ruolo speciale, risoltasi con un frustrante riconoscimento formale.

Questi sono i tempi nei quali ci muoviamo, ma rispetto ai quali abbiamo il dovere di dire la nostra affinché amministrazione e governo mutino la rotta intrapresa finora. Ci ripeteremo, ma già con il precedente esecutivo avevamo chiesto di poterci sedere ad un tavolo per discutere di quegli aspetti per noi importanti che riguardano i diritti e le tutele del nostro personale perché regolamento di servizio e di disciplina vanno rivisti e migliorati e stiamo perdendo ancora troppo tempo nel farlo. Anche l’applicazione dell’ANQ presso il Dipartimento è rimasta lettera morta nonostante le promesse dell’amministrazione e tuttora non ci spieghiamo il perché.

Una cosa però è certa, in maniera lucida e disincantata proseguiremo nella nostra azione che sarà quella di discutere nel merito per ogni singolo aspetto che riguarda e che riguarderà ognuno di noi, donne e uomini che vestono una divisa: persone che non possono più essere prese in giro da chicchessia. 

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