A qualche settimana dagli annunciati rinforzi in arrivo a Bologna per le forse di Polizia e Carabinieri, il sindacato Silp Cgil di Bologna solleva dubbi sull'efficacia del provvedimento, in concomitanza con l'avvio di una campagna nazionale in polemica con la manovra del governo. #CAMBIAMOLAMANOVRA
Secondo Pierluigi Leri, Segretario Provinciale del SILP CGIL, i numeri degli agenti in arrivo sotto le Due Torri sono di gran lunga inferiori rispetto ai pensionamenti già previsti.

 

DIRE
NE ANDRÀ IN PENSIONE IL DOPPIO, SU SICUREZZA ESECUTIVO BLUFFA"

(DIRE) Bologna, 14 nov. - "Al momento il 'governo del cambiamento' si sta rivelando, per quel che riguarda la sicurezza, il governo del 'cambianiente'". A dirlo, affermando che "sulla sicurezza l'esecutivo bluffa anche nel nostro territorio", e' il segretario della Silp-Cgil Bologna, Pierluigi Leri. In una nota, infatti, Leri scrive che "i rinforzi promessi nella nostra provincia arriveranno solo nei prossimi mesi e sono di gran lunga inferiori rispetto ai pensionamenti gia' previsti", dato che, "a fronte di un incremento di organico di sei lavoratori per tutta la provincia sono previsti almeno il doppio di poliziotti che andranno in pensione tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019". Dunque, una carenza organico, gia' segnalata ieri anche dal sindacato Siulp, che si innesta sul calo "gia' subito con il turn over al 55% previsto dalla cosiddetta 'Legge Brunetta'". Sul punto Leri cita, a titolo d'esempio, i casi "dell'Ufficio Prevenzione generale e Soccorso pubblico, passato dalle 231 unita' del 2008 alle 197 attuali, della Squadra mobile, scesa dalle 112 unita' del 2008 alle 106 odierne, della Digos, che dal 2012 e' passata da 76 a 55 unita', e dei commissariati, che in 10 anni hanno perso 45 poliziotti su un totale di 242 operatori attualmente in servizio". Tutto questo, rincara la dose il sindacalista, "inserito in un contesto, quello della legge di bilancio, che non prevede risorse e novita' per i poliziotti, nonostante le promesse e gli annunci". Per questo, spiega Leri, "abbiamo lanciato una campagna di mobilitazione nazionale con lo slogan trasformato in un hashtag, #Cambiamolamanovra", dal momento che "le risorse previste dal Governo nella legge di bilancio sono sostanzialmente in continuita' col passato, e per quel che riguarda le assunzioni si riparte dalle 7.500 nuove unita' nel triennio gia' programmate e finanziate dalla vecchia manovra".
Inoltre, aggiunge il sindacalista, "per il nostro contratto, che scade a fine anno, gli stanziamenti previsti, che vanno da 1.100 milioni nel 2019, 1.425 milioni nel 2020 fino a 1.775 milioni nel 2021, permetteranno un modesto aumento di stipendio, pari a 31 euro lordi per il prossimo anno, dunque 15-20 euro netti. Una miseria e un affronto intollerabili". Anche per quel che riguarda il riordino interno delle carriere, che dovrebbe servire a migliorare l'efficienza degli apparati, "sono previsti- attacca l'esponente della Cgil- appena 70 milioni di euro, cifre irrisorie". Per questo, conclude Leri, "la manovra si deve e si puo' cambiare in Parlamento, e noi iniziamo un percorso di mobilitazione che coinvolge anche il nostro territorio, con l'obiettivo di sensibilizzare i parlamentari locali e l'opinione pubblica".
(Ama/ Dire) 14:07 14-11-18 NNNN

 

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