Sui problemi cronici di organico delle Squadre Nautiche della Polizia di Stato, il Segretario Generale del SILP CGIL, Daniele Tissone, scrive al Capo della Polizia.

 

Signor Capo della Polizia,

alla luce delle ultime dichiarazioni e degli impegni dei vertici politici del Ministero dell’Interno in merito al congelamento del progetto di chiusura delle Squadre Nautiche della Polizia di Stato, previsto dal decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177, con il quale era stato deciso il passaggio delle funzioni di sicurezza in mare alla Guardia di Finanza e la conseguente chiusura dei 42 presidi esistenti, chiediamo un Suo urgente e fattivo intervento.

Il congelamento del piano di soppressione, fatto di per sé importante che va incontro alle richieste del sindacato, non risolve infatti i problemi cronici delle Squadre nautiche, soprattutto per quel che riguarda il personale. Basti pensare che negli ultimi 15 anni la dotazione organica complessiva è passata da 650 a 250 unità,anche per via dell’incertezza che si è generata tra il personale nell’ultimo decenniovisto che da tempo si parla di soppressione delle Squadre Nautiche.

Per questo mi rivolgo a Lei, Signor Capo della Polizia, affinché già coi prossimi movimenti di personale si possa permettere agli operatori in possesso di specializzazioni, che non fanno più parte delle Squadre, di potervi rientrare. Altresì gli operatori destinati a frequentare corsi in quanto vincitori di concorsi, come quelli da Sovrintendente o Ispettore, devono avere la possibilità di continuare a permanere presso le Squadre.

V’è poi un problema di mezzi, col parco natanti che ha mediamente 30 anni divita. Per mantenere in efficienza le Squadre Nautiche occorre fornire mezzi adeguati, prevedere manutenzioni regolari e avere nuovi equipaggiamenti.

Infine, ma non meno importante, ritengo che il congelamento del decreto di soppressione delle Squadre Nautiche possa e debba permettere una rivisitazione della normativa esistente, lasciando alla Polizia di Stato il controllo dei porti e dei litorali fino a 3/6 miglia dalla costa e prevedendo per la Guardia di Finanza il controllo di altura, con lo scopo di contrastare il contrabbando e l’immigrazione clandestina.Naturalmente senza modificare i compiti della Guardia Costiera.

Questa divisione migliorerebbe l’efficienza complessiva del sistema senzadisperdere risorse e professionalità, consentendo alla Polizia di Stato - che possiedeimbarcazioni medio piccole e moto d’acqua - di effettuare un controllo costiero più fattivo e accurato.

Resto in attesa di un cortese cenno di riscontro.
Cordiali saluti.

Il Segretario Generale
Daniele Tissone

 

 

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