Decreto sicurezza, l’allarme della Silp: “Così si consegnano i profughi al crimine”
Dura critica del sindacato di polizia. Vincenzi: "Problema politico si trasformerà presto in una questione di ordine pubblico che intacca il comparto sicurezza"

Quanti sono i profughi che potranno finire in strada a Ferrara e provincia? È questa la prima domanda che si pone la segreteria provinciale della Silp Cgil che legge il Decreto sicurezza come una mossa per “spingere i rifugiati nelle braccia della criminalità”.

Un tema centrale nella relazione del segretario provinciale uscente Enrico Vincenzi al 5° congresso che si svolgerà oggi, mercoledì 5 dicembre, alla caserma Bevilacqua alla presenza del segretario regionale Silp Pietro Filippini e del segretario provinciale della Cdlt Cgil Riccardo Grazzi.

Il sindacato di polizia parte dai numeri perché “non si può pensare che i dati diramati dai gestori delle strutture a livello nazionale e che parlano di 40.000 persone a rischio accoglienza non siano reali e che non possano in parte interessare anche il nostro territorio”.

Nella provincia estense, “su un totale di poco più di 1000 immigrati ospitati nelle strutture d’accoglienza, ve ne sono circa 120 alloggiati negli Sprar, vale a dire quei centri creati dai Comuni virtuosi che fanno dell’ospitalità un punto di partenza per la vera integrazione – spiega Vincenzi -. Con la conversione in legge di questo decreto, stranieri che sino ad oggi hanno seguito corsi di studio, stanno cercando di apprendere mestieri, collaborano con associazioni di volontariato, verranno esclusi dai centri visto che condizione necessaria per rimanere in strutture di questo tipo sarà quella di aver già ottenuto la protezione internazionale (non più a chi sta attendendo una risposta), avere il permesso di soggiorno speciale o essere un minore non accompagnato”.

Questo è solo il “primo punto critico della normativa che non ci convince ma non è il solo visto che quasi tutti i titolari di protezione umanitaria saranno costretti, tranne poche eccezioni, a diventare ‘clandestini’ in quanto tale permesso di fatto scomparirà”.

A fine anno termineranno poi le gare fatte dalle prefetture e per le prossime assegnazioni si dovrà creare nuovi bandi che tengano conto dei tagli alla spesa giornaliera decisi dal decreto. “Questo potrà portare un’unica conseguenza – assicura il sindacalisti -: piccoli centri d’accoglienza spariranno per far posto a più ampie strutture con concentrazioni esagerate in un’unica zona, errore che porta in una direzione che Ferrara sta già pagando sulla propria pelle“.

Ora, “se pensiamo che si cercherà di accelerare i tempi d’attesa per le liste delle commissioni e contemporaneamente si prorogherà la detenzione nei centri di permanenza in attesa di rimpatrio (che passerà da 90 a 180 giorni), si capisce come un problema politico si trasformerà ben presto in una questione di ordine pubblico perciò in carico alle forze dell’ordine“.

“Senza una politica adeguata, i fondi necessari e accordi bilaterali con i paesi d’origine dei migranti, questa appare una legge che farà collassare il sistema introdotto e che potrebbe addirittura intaccare il delicato comparto sicurezza; pensare che le forze di polizia diventino l’imbuto dove far confluire tutte le problematiche non risolte da chi ne ha la responsabilità è profondamente sbagliato” nota il segretario uscente Vincenzi prima dell’ultima amara constatazione: “Immigrati in strada, non autosufficienti, persone deboli con scarse possibilità di integrazione possono finire nella braccia della criminalità che non aspetta altro che persone disperate per allungare i propri artigli”.

 

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