Il segretario del Silp Cgil Daniele Tissone ai microfoni di RadioArticolo1 nel giorno in cui prende il via la mobilitazione dei lavoratori del comparto sicurezza contro la manovra: "No al blocco dei contratti, i lavoratori hanno perso 120 euro al mese"

di rassegna.it

“Il nostro giudizio sulla Legge di stabilità è negativo. Siamo contro il blocco del contratto per il 2014: sono cinque anni ormai che il contratto è fermo, il taglio netto delle retribuzioni è pari al 10,5 per cento, i lavoratori hanno perso circa 120 euro al mese. A questa misura vanno aggiunti il blocco degli automatismi e l’insufficienza del turn over: nell’ultimo biennio abbiamo perso 3 mila unità nella sola Polizia di Stato, e la previsione della riduzione del 50 per cento del turn over per il prossimo biennio è decisamente sconfortante”. A dirlo è il segretario generale del Silp Cgil Dario Tissone,, proprio nel giorno in cui prende il via la mobilitazione dei lavoratori del comparto sicurezza contro la Legge di stabilità, con un sit in a Roma, davanti alla Camera (in piazza Montecitorio), per chiedere nette modifiche alla manovra.

Tissone, anzitutto, interviene sul blocco del turn over. Una misura valida fino al 2018 per tutti i lavoratori pubblici, ma di cui erano stati esentati le forze di polizia, le forze armate, i vigili del fuoco. “In realtà il blocco c’è ancora: è una riduzione al 50 per cento, che farà sì che dal prossimo biennio più forte sarà l'esodo dalle forze di polizia, provocando un indebolimento dei presidi ordinari che garantiscono la prevenzione dei reati sul territorio” spiega Tissone. Il dirigente sindacale denuncia che “ormai abbiamo reparti sul territorio che contano poche decine di uomini, se non molto meno, e non siamo più in grado di offrire uno standard efficiente e funzionale per quanto attiene la sicurezza dei cittadini”. In particolare, aggiunge, nel biennio scorso “abbiamo avuto una perdita, tra tutte le forze di polizia, di circa 4 mila unità, mentre le immissioni sono state appena sufficienti a coprire i vuoti di organico. Se nel prossimo biennio registreremo un ulteriore diminuzione del turn over, questo significherà avere ancora meno uomini sul territorio e meno garanzie per i cittadini”.

Altro tema importante per il comparto sicurezza è quello della previdenza complementare. “Abbiamo chiesto al ministro un incontro, ma questo incontro ancora non ci viene concesso” illustra l’esponente sindacale: “Abbiamo chiesto, in particolare, di dare avvio alla previdenza complementare, che oggi ci viene negata, e la costituzione dei fondi pensione, che attendiamo da 13 anni. Tutto questo penalizza in particolare i nuovi agenti, che negli anni a venire subiranno, qualora non intervenissero queste misure, una penalizzazione anche in termini pensionistici per quanto riguarda il loro futuro”.

 

 

A preoccupare i sindacati è anche è il taglio generalizzato delle risorse ai diversi ministeri. “Molto spesso – argomenta Tissone – abbiamo carenze di mezzi e di tecnologie all'interno dei reparti. La polizia, per contrastare efficacemente la criminalità, ha bisogno di strumenti e di mezzi, ma questo non può avvenire perché i sette miliardi di euro di tagli generati dalle ultime finanziarie non hanno garantito il necessario rinnovamento. Un rinnovamento che ritenevamo dovesse essere invece applicato a un settore, come quello della sicurezza, che non può essere considerato in maniera meramente ragionieristica, ma deve essere altresì visto come un investimento per il futuro”.

Su tutti questi temi il Silp Cgil ha avviato una campagna nazionale "per i diritti dei poliziotti", che punta allo sblocco contrattuale, al ripristino degli incrementi retributivi e di tutto quanto consegue. “La nostra lotta – spiega Tissone – è anzitutto quella per la riapertura dei tavoli contrattuali. Ma importante è anche la questione degli straordinari: le ore di lavoro straordinario vengono pagate molto spesso anche a distanza di un anno solare dalla loro effettuazione, un ritardo che mette in crisi il singolo dipendente, che non si vede riconosciuto il diritto all'emolumento in tempi rapidi. E questo accade anche il pagamento delle missioni: l'emergenza Nord Africa, ad esempio. è stata pagata a distanza di un anno dalla sua effettuazione. Anche questi motivi, quindi, ci hanno spinto a intraprendere la campagna”. Sugli straordinari, inoltre, Tissone ricorda che nella Legge di stabilità è contenuta una norma che taglia del 5 per cento le spese per il comparto sicurezza: “anche se il taglio degli straordinari è ridotto rispetto alle altre categorie dei lavoratori, che invece vedono una decurtazione del 10 per cento, questo comporta una diminuzione della presenza sul territorio delle forze di polizia”.

In conclusione, il segretario del Silp Cgil elenca i punti dirimenti della mobilitazione avviata dai lavoratori del comparto sicurezza. “Recuperare anzitutto la fase del contratto, riprendere la trattativa, sederci attorno a un tavolo di contrattazione sia per gli aspetti normativi sia per gli aspetti economici. Ma il governo deve fare un passo indietro riguardo il taglio degli straordinari e reperire nuove risorse per coprire gli automatismi di carriera per il 2012 e il 2013” spiega Tissone. E così conclude: “Occorre pensare alla sicurezza in termini di opportunità, quindi mettere più risorse in questo settore delicato e strategico per mettere tutto l'apparato della sicurezza, cioè l’insieme di tutte le forze di polizia, nella condizione di agire e di operare nel migliore dei modi”.

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