Sotto organico di 15 mila uomini. Poliziotti in piazza contro il governo Meloni

Sotto organico di 15 mila uomini. Poliziotti in piazza contro il governo Meloni La protesta del Silp Cgil:

“Ne va della salute psico-fisica dei nostri ragazzi costretti a fare doppio se non triplo turno”

di Luca Bianco 

Se potessero scioperare, lo farebbero. Ma i poliziotti si mobilitano comunque contro il governo di Giorgia Meloni, colpevole, secondo il leader del sindacato di polizia Silp-Cgil, Pietro Colapietro, raggiunto da HuffPost, di essersi presa facilmente i voti del comparto alle scorse elezioni grazie a slogan ai quali, ad oggi, nove mesi dopo l’insediamento, non sono seguiti i fatti. Mercoledì 12 luglio, migliaia di poliziotti iscritti al sindacato, scenderanno in piazza. Di fronte a questure e prefetture, mettendo in atto l’unica forma di protesta che la legge consente loro, il volantinaggio e la sensibilizzazione della cittadinanza, essendo inesistente, per ovvie ragioni, uno specifico diritto di sciopero dei lavoratori in uniforme. I problemi principali sono due, secondo Colapietro: “La riforma Madia prevede un organico per la Polizia di Stato pari a 108.000 unità in servizio. Ad oggi siamo meno di 94.000”. E poi c’è il grande tema del rinnovo contrattuale – l’accordo collettivo risulta scaduto da due anni, “556 giorni” rimarca Colapietro – un problema che non riguarda solo l’esperienza Meloni, sottolineano dal sindacato. “Vogliamo fare della sicurezza un dato distintivo di questo esecutivo, al fianco delle nostre forze dell'ordine, che voglio ringraziare qui oggi per l'abnegazione con la quale svolgono il proprio lavoro in condizioni spesso impossibili, e con uno stato che a volte ha dato l'impressione di essere più solidale con chi minava la nostra sicurezza di quanto lo fosse con chi, invece, quella sicurezza rischiava la vita per garantirla”.

È il 25 ottobre e alla Camera dei Deputati la neo-presidente del Consiglio Meloni dedica una parte del suo discorso di insediamento agli uomini in divisa, già considerati elettorato di riferimento del suo principale alleato, il leghista Matteo Salvini, che da ministro dell’Interno, tra il 2018 e il 2019, non perdeva occasione per farsi mostrare con cappellino e maglietta del corpo che all’epoca era sotto la sua responsabilità politica. Ecco, a nove mesi abbondanti da quel discorso, quelle parole sono rimaste lì dove sono state pronunciate. Questa è la denuncia degli oltre 10.000 poliziotti iscritti alla Silp-Cgil: “Il problema d’organico è alla base della nostra mobilitazione di domani” spiega ad HuffPost Colapietro. “Se ogni anno circa 2/3 mila poliziotti vanno in pensione, è inutile bandire concorsi per qualche nuova centinaia di innesti. Servono assunzioni straordinarie, delle quali però, per ora, non c’è traccia”. Non c’è nemmeno troppo bisogno di spiegare perché gli organici ridotti in polizia non siano un problema eminentemente interno al corpo, ma anche un vulnus per la sicurezza di tutti.

“Per mantenere gli stessi standard del servizio che si dovrebbe offrire a pieno organico – spiega Colapietro – ci costringono spesso ai doppi se non ai tripli turni, con evidenti ricadute sulla salute psico-fisica dell’operatore”. I poliziotti italiani sono sempre di meno e costretti a lavorare sempre di più. “E i problemi non finiscono qua. Si moltiplicano gli straordinari, che però vengono pagati meno dell’ordinario e vengono liquidati dopo un anno di attesa. Le ferie: la nostra discrezionalità nel decidere quando prenderle, per ragioni organizzative, si riduce sempre di più”. Insomma, gli uomini e le donne della Polizia di Stato, come i lavoratori di tanti altri comparti, sono sottoposti a livelli di stress sempre più elevato: “E questo, a differenza di altri settori, rappresenta un grosso rischio, perché stiamo parlando di un lavoro che è una missione delicatissima. Finora l’esecutivo ha vissuto di slogan. Gli investimenti a parole, per trarne vantaggi di natura elettorale, sono stati abilissimi a farli. Nei fatti concreti, però, non hanno allocato nemmeno un euro in più del dovuto”.

Colapietro, durante il colloquio con il nostro giornale, parla più volte di “miraggio” delle assunzioni: “E pure se queste assunzioni straordinarie che chiediamo dovessero miracolosamente arrivare, non sarebbero subito operative perché mancano anche le scuole di polizia, istituti di formazione fondamentali che permettono a chi si mette alla guida di una volante di acquisire le competenze e anche l’esperienza necessaria a compiere in maniera adeguata il delicatissimo servizio”.

Intervista a HuffPost

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