Contratto: abbiamo già dato,

restituite alla sicurezza ciò che gli spetta. ”


“Fare il poliziotto è dura…. perché le donne e gli uomini della Polizia sono poliziotti per mestiere, per vocazione e per amore anche in… periodo di continui tagli.”

Fare il poliziotto è dura… Su strada ma, anche in ufficio (vista l'età media del personale che oscilla tra i 47 ed i 50 anni). Uffici sulle cui scrivanie o pareti sono “ visibili i segni della storia umana e professionale dei tanti, con le pergamene delle onorificenze o con le foto sbiadite dei tempi del corso quando si era poco più che ragazzi.”
Una vita di sacrificio, perché indossare la divisa della Polizia significa servire il Paese in un delicato e insostituibile ruolo pubblico che richiede professionalità, doti di equilibrio, grande responsabilità.
Se riconosciamo questo ruolo alle forze di polizia del nostro Paese occorre che, le stesse, siano pagate dignitosamente, che siano costantemente formate e aggiornate e dotate di mezzi e strumenti idonei per la loro attività. Ciò detto a fronte dei doveri e delle responsabilità, riconoscere tale “specificità”, dovrebbe essere un obbligo che va rispettato a partire dalla retribuzione individuale.
Cominciare a riconoscere che questa è una categoria di lavoratori assolutamente particolari anziché parlare sempre di spending review (unica strada per far quadrare i conti), non sarebbe un buon inizio?
Parrebbe di no, data la prospettiva ragionieristica che vede la Sicurezza come una delle tante voci da tagliare; è la logica perversa che, a lungo andare, danneggerà irrimediabilmente gli apparati destinati a garantire la nostra sicurezza, bene prezioso e diritto inalienabile dei nostri cittadini.
Abbandoniamo, per un attimo, gli aspetti negativi del lavoro che il poliziotto deve svolgere e che determinano un alto tasso di stress e affrontiamo il tema dello stipendio assolutamente non adeguato all’impegno e al disagio corrente prodotto - in particolare - da cinque anni di blocco stipendiale.
I continui tagli alla sicurezza hanno una ripercussione diretta sulle retribuzioni delle forze dell’ordine vedasi, da ultimo, gli effetti dei blocchi, relativi a promozioni e scatti di anzianità, che dal 2012 al 2014 hanno interessato migliaia di operatori, effetti scongiurati grazie al forte intervento sindacale, che ne ha reintrodotto i benefici.
Se l'avanzare dell'età media, frutto della “logica perversa del blocco delle assunzioni in Polizia”, accresce le difficoltà per il personale in servizio, non sono da meno i tagli di spesa introdotti nel recente periodo.


Le riduzioni operate dalle leggi finanziarie per gli esercizi finanziari 2008-2013 ammontano, infatti, a ben 1 Miliardo e 810 milioni di Euro.
La gestione della politica sulla sicurezza pare non darsi un obiettivo credibile nel medio e nel lungo termine se, alla logica dell'investimento, si perpetua quella del taglio ragionieristico lineare: ma non è tutto.

Ai tagli generalizzati alle risorse che stanno portando il sistema sicurezza a rischio implosione, uno degli aspetti più rilevanti, che merita la dovuta attenzione, è il fronte della diminuzione generalizzata degli organici (18.424 unità in meno per la sola Polizia di Stato nel periodo 2007-2014 con una media di 2303 operatori in meno ogni anno).

Con un turnover bloccato al 55% lo scenario futuro è disastroso, basti pensare che nel periodo 2009-2014 su 9316 nuove assunzioni si sono persi ben 13.901 posti di lavoro (-4.585 poliziotti in meno).

In termini di risparmio tutto ciò ha determinato una riduzione della spesa pari a circa 210 milioni di euro l'anno per la sola Polizia di Stato, il dato che riguarda il costo del lavoro non tiene peraltro conto della minor spesa in termini di equipaggiamento, istruzione, accasermamento e quant'altro.

Inutile dire che, nel quadriennio del blocco contrattuale 2011-2014, su tutto il P.I. sono stati risparmiati 8,7 Miliardi di Euro. La stima tiene conto della riduzione del turnover e degli effetti del DL 78/2010 al netto della contrattazione.

Approssimativamente, il comparto sicurezza e difesa durante i soli quattro anni del blocco ha “lasciato a terra ben 2 Miliardi di euro”, una cifra considerevole che, sommata ai risparmi di cui sopra, può dirsi pari all'autofinanziamento delle deroghe all'intero turnover.

Affermare oggi che i tagli in questione abbiano consentito risparmi significativi sul versante della sicurezza, di certo non aumentando quella dei cittadini come rilevano tutti gli istituti di analisi, è l'unica certezza che abbiamo.

Per questo, partendo da questa considerazione oggettiva, credo sia giunto il tempo di riaprire una stagione interrotta sei anni orsono.

In sostanza, vale la frase: “ abbiamo già dato, restituite alla sicurezza ciò che gli spetta ”. Con questo spirito, noi del Silp Cgil, ci apprestiamo a partecipare alle riunioni sul rinnovo forti dei risultati finora ottenuti con lo sblocco del tetto salariale e con la mancata armonizzazione del trattamento pensionistico.


Roma, 29 Settembre 2015

Daniele Tissone Segretario Generale Silp Cgil

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