di Daniele Tissone

Cambia il governo, cambia la maggioranza che lo sostiene, non cambia il presidente del Consiglio, non cambiano in primo luogo i problemi dei poliziotti che da oltre 240 giorni aspettano il rinnovo del contratto di lavoro e che non hanno notizie sull'esercizio della legge delega relativa ai correttivi del riordino delle carriere, che scade a fine settembre.

Questa è la nostra semplice, ma realistica analisi della situazione politica. Non appena il governo Conte bis (o 2) avrà ottenuto la fiducia in Parlamento, salvo sorprese dell'ultima ora, torneremo alla carica con le nostre rivendicazioni che sono poi le richieste più attese dai poliziotti: non solo contratto e riordino, ma anche assunzioni, previdenza complementare e temi specifici come la libera sindacalizzazione, l'orario di lavoro, l'impiego del personale, il congedo parentale, il diritto di famiglia e le pari opportunità.

Ci auguriamo soprattutto che il prossimo ministro dell'Interno, chiunque esso sia, riporti al Viminale un clima diverso da quello vissuto negli ultimi 14 mesi. Un clima di confronto e dialogo, con meno slogan e più fatti. Noi come sindacato di polizia abbiamo un ruolo e continueremo ad averlo: quello di pungolare il governo sui temi che stanno a cuore ai cittadini. E ai poliziotti.

Senza sconti.

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