Polizia al collasso, mancano 200 milioni di euro per pagare gli agenti
A rischio i servizi di scorta e l’essenziale attività delle unità antiterrorismo

Redazione Tiscali

Molti servizi strategici della polizia italiana rischiano di saltare per mancanza di fondi. Nelle casse del Viminale, infatti, mancano 200 milioni di euro che servono per pagare gli agenti impiegati in servizi strategici come l’Antiterrorismo, il controllo del territorio e per le scorte. Da qualche settimana sono in corso le trattative tra i sindacati, sempre più preoccupati, e il ministero dell’Economia. “E’ una vergogna contro chi - commentano le sigle di categoria - nonostante gli stipendi bassissimi, è sempre impegnato a garantire la sicurezza del Paese”. E l’ennesimo schiaffo del Governo al mondo dei lavoratori arriva poco dopo il secco no al versamento degli straordinari svolti da migliaia di poliziotti nel corso degli ultimi 2 anni.
Servizi dell'unità antiterrorismo a rischio

Il fatto è decisamente preoccupante, visto anche il momento che l’Italia - e l’Europa più in generale - sta attraversando. L’attività di prevenzione dovrebbe essere rafforzata, per scongiurare le continue minacce terroristiche, ma senza i fondi risulta impossibile. “La conferma sulla mancanza di fondi - si legge sulle pagine del Corriere della Sera - arriva venerdì scorso con una lettera spedita dal prefetto delegato ai rapporti sindacali alle organizzazioni che avevano sollecitato il versamento degli straordinari svolti negli ultimi due anni oltre ‘le canoniche 55 ore mensili’. L’accordo prevede infatti che questo tetto non debba essere superato, ma per la maggior parte dei poliziotti rimanere sotto il limite è impossibile proprio per le attività che sono obbligati a svolgere”.
Straordinari degli ultimi 2 anni non saranno pagati

“Riguardo al pagamento delle ore di lavoro ‘in supero’ effettuate in particolare dai Reparti Mobili, Prevenzione Crimine, Uffici Scorte e Squadre Mobili - tenta di spiega il prefetto nella sua lettera - la direzione per le Risorse Umane ha rappresentato che al momento non risulta possibile autorizzare integrazioni al monte ore mensile”. Asciugando il discorso… “in cassa non ci sono soldi”. Gli agenti che hanno prestato servizio in missioni come il vertice G7, o per le operazioni di soccorso necessarie a causa del sisma, non vedranno il becco di un quattrino: “Verranno ammesse al pagamento all’esito positivo delle iniziative intraprendere”.
Non ci sono soldi per coprire i servizi ordinari

La mancanza di fondi rischia di trasformare il Paese in una immensa zona franca dove la criminalità avrà vita facile. Il Viminale è consapevole ci si trovi in una situazione ad alto rischio. “I soldi - viene spiegato - sono indispensabili per far lavorare gli agenti e gli specialisti in maniera dignitosa”. Sulle pagine del quotidiano di Via Solferino viene spiegato che “i turni dei poliziotti sono di 6 ore giornaliere, ma praticamente nessuno riesce a rispettarli. La maggior parte degli agenti sfora anche quelle 55 ore mensili di straordinario fissate dal contratto”.
I sindacati: "Poco personale e troppi agenti anziani"

“Nelle questure, nei reparti e negli uffici della Polizia di Stato in tutta Italia operano 99.630 agenti - sottolinea Daniele Tissone, segretario del Silp Cgil -. L’organico previsto nel 1989 era di 117.200 unità di personale. Da allora, nonostante la crescita dei reati, i poliziotti sono diminuiti fino ad arrivare al meno 14,5 per cento di oggi. Le esigenze di sicurezza sono aumentate e noi siamo sempre meno e sempre più anziani. Gli ultimi concorsi sono una boccata di ossigeno, ma il sistema è al collasso da anni. E le lavoratrici e i lavoratori in divisa sono umiliati da quasi un decennio di mancati aumenti contrattuali. Servono risorse per incrementare gli stipendi in maniera dignitosa e per garantire il pagamento delle cosiddette indennità accessorie”.
22 novembre 2017

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Polizia, mancano i soldi per antiterrorismo e scorte: «buco» da 200 milioni
I fondi necessari a garantire le indennità e gli straordinari alle Volanti
ROMA Nelle casse del Viminale mancano 200 milioni di euro per pagare i poliziotti. Denaro destinato alle indennità e agli straordinari degli agenti impiegati in servizi strategici come l’Antiterrorismo e il controllo del territorio. La trattativa con il ministero dell’Economia va avanti ormai da settimane e i sindacati protestano per quella che definiscono «una vergogna contro chi, nonostante gli stipendi bassissimi, è sempre impegnato a garantire la sicurezza del Paese». Anche perché hanno appena ricevuto un “no” al versamento degli “straordinari” svolti nel 2016. Una situazione paradossale nel momento in cui l’attività di prevenzione viene ritenuta una priorità proprio per la minaccia terroristica tuttora in atto e la necessità di continuare a garantire un impegno che va ben oltre la normale routine.

La lettera sui “ritardi”

La conferma sulla mancanza di fondi arriva venerdì scorso con una lettera spedita dal prefetto delegato ai rapporti sindacali alle organizzazioni che avevano sollecitato il versamento degli straordinari svolti negli ultimi due anni oltre «le canoniche 55 ore mensili». L’accordo prevede infatti che questo tetto non debba essere superato, ma per la maggior parte dei poliziotti rimanere sotto il limite è impossibile proprio per le attività che sono obbligati a svolgere. Scrive il prefetto: «Riguardo al pagamento delle ore di lavoro “in supero” effettuate in particolare dai Reparti Mobili, Prevenzione Crimine, Uffici Scorte e Squadre Mobili, la direzione per le Risorse Umane ha rappresentato che al momento non risulta possibile autorizzare integrazioni al monte ore mensile». Linguaggio burocratico per confermare che in cassa non ci sono soldi. E infatti viene specificato che «le prestazioni di lavoro straordinario in “supero”» riguardanti le “missioni” come il Sisma e il vertice G7 «verranno ammesse al pagamento all’esito positivo delle iniziative intraprendere», vale a dire un emendamento alla legge di Bilancio.

Antiterrorismo e scorte

Si tratta di circa 20 milioni di euro. In realtà la mancanza di fondi è ben più grave. Secondo i calcoli effettuati dalla delegazione del ministero dell’Interno e già consegnati all’Economia, per garantire la funzionalità di tutti i settori indispensabili per far fronte alla minaccia del fondamentalismo islamico ed effettuare il controllo del territorio, ma anche le scorte e le vigilanze, servono almeno 200 milioni di euro. «Soldi - spiegano al Viminale indispensabili per far lavorare gli agenti e gli specialisti in maniera dignitosa». Per avere un’idea, basti pensare che i turni dei poliziotti sono di 6 ore giornaliere ma praticamente nessuno riesce a rispettarli e la maggior parte sfora anche quelle 55 mensili fissate dal contratto.

La protesta

Daniele Tissone, segretario del Silp Cgil fornisce dati eloquenti: «Nelle questure, nei reparti e negli uffici della Polizia di Stato in tutta Italia operano 99.630 unità di personale. L’organico previsto nel 1989 era di 117.200 unità di personale. Da allora, nonostante la crescita dei reati, i poliziotti sono diminuiti fino ad arrivare al meno 14,5 per cento di oggi. Le esigenze di sicurezza sono aumentate e noi siamo sempre meno e sempre più anziani. Gli ultimi concorsi sono una boccata di ossigeno, ma il sistema é al collasso da anni. E le lavoratrici e i lavoratori in divisa sono umiliati da quasi un decennio di mancati aumenti contrattuali. Servono risorse per incrementare gli stipendi in maniera dignitosa e per garantire il pagamento delle cosiddette indennità accessorie».Duro anche Felice Romano del Siulp che sottolinea: «Noi svolgiamo servizi utili per i cittadini, ma senza denaro non possiamo migliorare il servizio. Tutto quello che viene svolto è fatto “a credito” per questo chiediamo al ministro Minniti di farsi portavoce dele nostre richieste».

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Polizia al collasso, "buco" da 200 milioni: mancano i soldi per antiterrorismo e scorte
Secondo quanto riportato dal Corriere, molti servizi strategici rischiano di saltare per mancanza di fondi. La trattativa con il ministero dellʼEconomia va avanti da tempo e i sindacati protestano
Diversi servizi strategici della polizia italiana rischiano di saltare per mancanza di fondi. Secondo quanto riferito dal Corriere, nelle casse del Viminale mancano 200 milioni di euro per pagare gli agenti impiegati in attività come l'antiterrorismo, il controllo del territorio e le scorte. La trattativa con il ministero dell'Economia va avanti da settimane e i sindacati protestano: "E' una vergogna contro chi ha sempre garantito la sicurezza del Paese".
Recentemente, gli agenti hanno ricevuto un secco "no" al versamento degli straordinari svolti nel 2016. La situazione è resa ancora più paradossale in un momento in cui l'attività di prevenzione contro il terrorismo è ritenuta prioritaria a seguito delle continue minacce.

La lettera del prefetto - I sindacati avevano sollecitato il versamento degli straordinari svolti negli ultimi due anni oltre le "canoniche 55 ore mensili". L'accordo prevede che questo tetto non debba essere superato ma per la maggior parte degli agenti è impossibile restare sotto al limite a causa delle attività che sono obbligati a svolgere. Venerdì è arrivata la risposta del prefetto delegato ai rapporti sindacali che, in una lettera, ha specificato: "Riguardo al pagamento delle ore di lavoro 'in supero' effettuate in particolare dai Reparti Mobili, Prevenzione Crimine, Uffici Scorte e Squadre Mobili, la direzione per le Risorse Umane ha rappresentato che al momento non risulta possibile autorizzare integrazioni al monte ore mensile". In pratica ha confermato che mancano i fondi.

Turni difficili da rispettare - Secondo i calcoli effettuati dalla delegazione del ministero dell'Interno e già consegnati ai colleghi dell'Economia, per garantire la funzionalità di tutti i settori indispensabili per far fronte alla minaccia terroristica, per un corretto controllo del territorio, ma anche le scorte e le vigilanze, servono almeno 200 milioni di euro. "Soldi - spiegano al Viminale - indispensabili per far lavorare gli agenti e gli specialisti in maniera dignitosa". I turni dei poliziotti dovrebbero essere di 6 ore giornaliere ma nessuno in pratica riesce a rispettarli. Molti sforano anche le 55 mensili fissate dal contratto.

I sindacati: "Il sistema è al collasso da anni" - Daniele Tissone, segretario del Silp Cgil fornisce dati eloquenti: "Nelle questure, nei reparti e negli uffici della polizia di Stato in tutta Italia operano 99.630 unità di personale. L'organico previsto nel 1989 era di 117.200 unità di personale. Da allora, nonostante la crescita dei reati, i poliziotti sono diminuiti fino ad arrivare al meno 14,5% di oggi. Le esigenze di sicurezza sono aumentate e noi siamo sempre meno e sempre più anziani. Gli ultimi concorsi sono una boccata di ossigeno, ma il sistema è al collasso da anni. E le lavoratrici e i lavoratori in divisa sono umiliati da quasi un decennio di mancati aumenti contrattuali. Servono risorse per incrementare gli stipendi in maniera dignitosa e per garantire il pagamento delle cosiddette indennità accessorie".

Gabrielli: "Blocco del turnover devastante" - Il Capo della polizia, Franco Gabrielli, ha risposto a quanto denunciato dalle organizzazioni sindacali sulla carenza di risorse finanziarie:"Quello su cui mi permetto di dissentire è il fatto che non ci sia stata un'attenzione, soprattutto da un punto di vista della reperibilità delle risorse". Per Gabrielli "si tratta di mettere mano a spostamenti ovviamente temporanei di forze. Lo vado dicendo da 18 mesi che siamo un poco avanti con gli anni, che c'è stato un blocco del turnover che è stato devastante, che abbiamo organici non più aderenti ai tempi"

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Niente soldi per l'antiterrorismo: alla polizia servono 200 milioni

"Soldi indispensabili per far lavorare agenti e specialisti in maniera dignitosa"

Soldi destinati alle indennità e agli straordinari degli agenti impiegati in servizi come l’antiterrorismo e il controllo del territorio, ma anche scorte e vigilanze.

Come riporta il Corriere, da settembre sta andando avanti la trattativa con il ministero dell’Economia. I sindacati protestano per quella che definiscono "una vergogna contro chi, nonostante gli stipendi bassissimi, è sempre impegnato a garantire la sicurezza del Paese".
Gli straordinari

"Riguardo al pagamento delle ore di lavoro 'in supero' effettuate in particolare dai Reparti Mobili, Prevenzione Crimine, Uffici Scorte e Squadre Mobili, la direzione per le Risorse Umane ha rappresentato che al momento non risulta possibile autorizzare integrazioni al monte ore mensile", ha scritto il prefetto alle organizzazioni che avevano sollecitato il versamento degli straordinari svolti negli ultimi due anni .
Antiterrorismo

Secondo i calcoli effettuati dal ministero dell’Interno e già consegnati all’Economia, per garantire la funzionalità di tutti i settori indispensabili per far fronte alla minaccia del terrorismo ed effettuare il controllo del territorio servono almeno 200 milioni di euro. "Soldi - spiegano al Viminale - indispensabili per far lavorare gli agenti e gli specialisti in maniera dignitosa".


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Polizia, buco da 200 milioni: mancano i soldi per antiterrorismo e scorte
ROMA – Molti servizi strategici della polizia italiana rischiano di saltare per mancanza di fondi. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, nelle casse del Viminale mancano 200 milioni di euro per pagare gli agenti impiegati in attività come l’antiterrorismo, il controllo del territorio e le scorte. La trattativa con il ministero dell’Economia va avanti da settimane e i sindacati protestano: “E’ una vergogna contro chi ha sempre garantito la sicurezza del Paese”.

Recentemente, gli agenti hanno ricevuto un secco “no” al versamento degli straordinari svolti nel 2016. La situazione è resa ancora più paradossale in un momento in cui l’attività di prevenzione contro il terrorismo è ritenuta prioritaria a seguito delle continue minacce.
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Polizia, buco da 200 milioni: mancano i soldi per antiterrorismo e scorte

ROMA – Molti servizi strategici della polizia italiana rischiano di saltare per mancanza di fondi. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, nelle casse del Viminale mancano 200 milioni di euro per pagare gli agenti impiegati in attività come l’antiterrorismo, il controllo del territorio e le scorte. La trattativa con il ministero dell’Economia va avanti da settimane e i sindacati protestano: “E’ una vergogna contro chi ha sempre garantito la sicurezza del Paese”.

Recentemente, gli agenti hanno ricevuto un secco “no” al versamento degli straordinari svolti nel 2016. La situazione è resa ancora più paradossale in un momento in cui l’attività di prevenzione contro il terrorismo è ritenuta prioritaria a seguito delle continue minacce.



LA LETTERA DEL PREFETTO
I sindacati avevano sollecitato il versamento degli straordinari svolti negli ultimi due anni oltre le “canoniche 55 ore mensili”. L’accordo prevede che questo tetto non debba essere superato ma per la maggior parte degli agenti è impossibile restare sotto al limite a causa delle attività che sono obbligati a svolgere. Venerdì è arrivata la risposta del prefetto delegato ai rapporti sindacali che, in una lettera, ha specificato: “Riguardo al pagamento delle ore di lavoro ‘in supero’ effettuate in particolare dai Reparti Mobili, Prevenzione Crimine, Uffici Scorte e Squadre Mobili, la direzione per le Risorse Umane ha rappresentato che al momento non risulta possibile autorizzare integrazioni al monte ore mensile”. In pratica ha confermato che mancano i fondi.


TURNI DIFFICILI DA RISPETTARE
Secondo i calcoli effettuati dalla delegazione del ministero dell’Interno e già consegnati ai colleghi dell’Economia, per garantire la funzionalità di tutti i settori indispensabili per far fronte alla minaccia terroristica, per un corretto controllo del territorio, ma anche le scorte e le vigilanze, servono almeno 200 milioni di euro. “Soldi – spiegano al Viminale – indispensabili per far lavorare gli agenti e gli specialisti in maniera dignitosa”. I turni dei poliziotti dovrebbero essere di 6 ore giornaliere ma nessuno in pratica riesce a rispettarli. Molti sforano anche le 55 mensili fissate dal contratto.

“IL SISTEMA È AL COLLASSO DA ANNI”, L’ALLARME DEI SINDACATI
Daniele Tissone, segretario del Silp Cgil fornisce dati eloquenti: “Nelle questure, nei reparti e negli uffici della polizia di Stato in tutta Italia operano 99.630 unità di personale. L’organico previsto nel 1989 era di 117.200 unità di personale. Da allora, nonostante la crescita dei reati, i poliziotti sono diminuiti fino ad arrivare al meno 14,5% di oggi. Le esigenze di sicurezza sono aumentate e noi siamo sempre meno e sempre più anziani. Gli ultimi concorsi sono una boccata di ossigeno, ma il sistema è al collasso da anni. E le lavoratrici e i lavoratori in divisa sono umiliati da quasi un decennio di mancati aumenti contrattuali. Servono risorse per incrementare gli stipendi in maniera dignitosa e per garantire il pagamento delle cosiddette indennità accessorie”.

GABRIELLI: “BLOCCO DEL TURNOVER DEVASTANTE”
Il Capo della polizia, Franco Gabrielli, ha risposto a quanto denunciato dalle organizzazioni sindacali sulla carenza di risorse finanziarie:”Quello su cui mi permetto di dissentire è il fatto che non ci sia stata un’attenzione, soprattutto da un punto di vista della reperibilità delle risorse”. Per Gabrielli “si tratta di mettere mano a spostamenti ovviamente temporanei di forze. Lo vado dicendo da 18 mesi che siamo un poco avanti con gli anni, che c’è stato un blocco del turnover che è stato devastante, che abbiamo organici non più aderenti ai tempi”.


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